Matrimonio civile: che cosa succede in caso di cambio di sesso
Dopo il matrimonio civile che cosa succede in caso di cambio di sesso da parte di uno dei due coniugi? Scopriamolo insieme.
Matrimonio civile e libertà di genere: stiamo parlando di argomenti all’ordine del giorno non solo nel nostro Paese, ma in gran parte del mondo. Da qualche anno, la libertà di espressione sessuale ha iniziato a farsi spazio nella visione comune del matrimonio, mettendo in discussione usi e costumi radicati nella nostra cultura ormai da secoli.
In particolare, per quanto riguarda il matrimonio civile, l’attualità mette in primo piano una domanda molto dibattuta: che cosa succede in caso di cambio di sesso dopo o durante un matrimonio civile? Scopriamo insieme tutti i dettagli legislativi.
–> Scopri anche quali sono le condizioni necessarie per contrarre un matrimonio civile!
Non accade di frequente, ma ciò non significa che non possa accedere: durante o dopo un matrimonio civile, uno dei due coniugi può liberamente decidere di cambiare il proprio sesso. I dubbi a questo punto sorgono spontanei:
«Il matrimonio è ancora valido? È necessario il divorzio? Come possono essere definiti, legalmente, i due coniugi se vogliono portare avanti la loro vita di coppia?»
La Corte di Giustizia Europea e la Corte dei Diritti dell’Uomo sono entrambe d’accordo nel tutelare al cento per cento la volontà di ogni individuo – anche minore previa nomina di un rappresentante legale – a procedere con il cambiamento di genere e con tutto ciò che comporta questa sua scelta intima e personale.
Fino a qualche anno fa, se all’interno di un matrimonio civile uno dei due coniugi sceglieva di procedere con il cambio di sesso, l’articolo 4 della Legge 164 del 1982 prevedeva il cosiddetto «divorzio imposto». Tuttavia, dopo l’intervento della Corte di Cassazione che ha messo in dubbio la costituzionalità della normativa portando in causa la Corte Costituzionale, non sono stati pochi i casi, anche recenti, di coppie riconosciute valide nonostante il cambio di genere di uno dei due componenti.
Con la Legge n. 76 del 20 maggio 2016, la cosiddetta Legge Cirinnà che regolamenta le unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina le convivenze in Italia, le problematiche e i dubbi del passato non sussistono più. Oggi, dunque, viene garantito il diritto dei coniugi, se entrambi consenzienti, a conservare il vincolo matrimoniale originale e legalmente contratto, con l’automatica instaurazione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso.